modificare la strategia - psicologia e organizzazione aziendale

Vai ai contenuti

Menu principale:

modificare la strategia

Problemi sessuali

COME E QUANDO MODIFICARE LA STRATEGIA
I momenti di cambiamento coincidono proprio con l'insorgere di difficoltà nel normale procedere della terapia. Dlfficoltà che segnalano che il modello che ci eravamo fatti della situazione è imperfetto, del tutto errato, o quanto meno incompleto.
La competenza del motivazionale sta proprio nella capacità di avvedersi dei propri errori e nel tenerne conto per modificare la propria strategia d'intervento. Se ogni tentativo di cambiamento risulta infruttuoso, occorrerà prendere atto che non è possibile procedere oltre con una terapia sessuale e indirizzare la coppia o il singolo verso un'altra terapia che abbia un'indicazione più specifica per il problema che si sarà nel  frattempo chiarito e di cui il sintomo sessuale costituiva evidentemente soltanto un epifenomeno marginale.
In questo caso è opportuno non far sperimentare ciò come un fallimento: una terapia non conclusa può essere comunque un'utilissima consulenza e può indirizzare finalmente verso un trattamento specifico ed efficace.

LA CHIUSURA
La relazione terapeutica, proprio in quanto tale, è una rèlazione a termine. Ciò può essere noto ai pazienti prima dell'inizio della terapia e vìene loro esplicitamente ribadito nella formulazione del contratto.
La chiusura è considerata un po'come una sorta di morte: un evento che in teoria si sa che avverrà, ma di cui non si tiene assolutamente conto nel procedere quotidiano.

- CHIUSURE E INTERRUZIONI
Normalmente una terapia si chiude quando gli obiettivi che ci si era dati sono stati raggiunti in modo stabile. Altre volte, tuttavia, la terapia si interrompe prima del raggiungimento del risultato desiderato per volontà del motivazionale che si avvede dell'inutilità di proseguire un intervento che non porta sostanziali cambiamenti. E il caso in cui resistenze molto intense comportano un sostanziale stallo della situazione e il motivazionale si rende conto che tali resistenze segnalano una situazione patologica di cui il sintomo sessuale costituisce soltanto un epifenomeno marginale.
I pazienti non devono vivere tale interruzione come fallimento e la terapia fatta come tempo sprecato, ma come una prima tappa di chiarimento verso la risoluzione del loro problema. Altre chiusure precoci vengono imposte dai pazienti invece che dal motivazionale: è ll caso del drop-out e delle guarigioni miracolose.
Drop-out: i clienti interrompono la terapia, spesso senza dare spiegazioni e neppure più notizie di loro.
 Un'interruzione nelle fasi iniziali della terapia può significare che l'andare in terapia non era motivato dal desiderio di guarire ma faceva parte dello stesso gioco di coppia che manteneva il disturbo, oppure l'approccio mansionale integrato mal si adattava alle aspettative dei clienti rispetto ad un obbiettivo. Ciò non toglie che il motivazionale  non si è accorto del problema, tant'è che il drop-out lo prende alla sprovvista.
Interruzioni in fasi più avanzate della terapia sono indice che una manovra terapeutica ha smosso un punto di equilibrio del sistema, scatenando una resistenza radicale.
Guarigioni miracolose: la coppia rinuncia all'espressione sintomatica nell'area sessuale per interrompere una terapia che avvertiva come minacciosa per i propri equilibri più profondi. Per essere una resistenza è comunque sicuramente più gratificante per un terapeuta che un secco drop-out.
Naturalmente non tutte le guarigioni rapide hanno il significato di una fuga dalla terapia: a volte è sufficiente una ridefinizione ben fatta per risolvere un problema in una sola seduta.

Pagina 1, 2, 3 , 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12,13, 14, 15, 16, 17
 
Torna ai contenuti | Torna al menu