LA RELAZIONE
La relazione motivazionale è una particolare relazione interpersonale che si distingue dalle altre relazioni significative per alcune caratteristiche peculiari:
1, È regolata da convenzioni che indicano cosa è conveniente fare e non fare per il raggiungimento dell'obiettivo/i .
2, E ' una relazione asimmetrica, nel senso che i partecipanti hanno ruoli diversi e complementari.
3, E una relazione che nasce già col presupposto di essere a termine.
Un terapeuta non può mai tralasciare nel corso di una psicoterapia un'attenta riflessione su quali siano le emozioni che prova verso i clienti e sui motivi di tali emozioni. L'ideale non sta nel non provare emozioni; questo significherebbe infatti un'incapacità di entrare in empatia con il mondo dei clienti e sfocerebbe in un'impotenza motivazionale; importante è invece comprendere il perché di tali emozioni.
Da tante comprensione scaturiscono per il motivazionale utilissime informazioni sul proprio mondo interiore (arricchimento per il terapeuta) e su quello dei pazienti (efficacia terapeutica).
LE TAPPE DELLA RELAZIONE MOTIVAZIONALE
La relazione terapeutica evolve nel tempo, ha delle tappe.
Prima fase: il paziente deve riconoscere il motivazionale come fonte autorevole di informazioni; deve fidarsi di lui, stabilire in qualche modo una relazione di dipendenza. In questa fase il motivazionale deve essere sufficientemente abile da comprendere quali siano i criteri di autorevolezza del paziente, le sue aspettative e uniformarsi ad esse.
La prima fase è conclusa quando il paziente si fida del motivazionale e riconosce in lui un'autorità ben disposta nei propri confronti, dalla quale aspettarsi aiuto e non giudizi.
Seconda fase: è caratterizzata dall'incremento dell'autostima del cliente. L'autorevolezza attribuita inizialmente al motivazionale rimbalza da questi al paziente stesso. Si incoraggiano l'esplorazione autonoma e la formulazione di ipotesi, si rinforza la capacità del paziente di costruire significati nuovi alla sua realtà, di fare scoperte e di criticare le vecchie convinzioni.
Terza fase: riguarda specificatamente la relazione di coppia. I due iniziano a sperimentare insieme, a riconoscersi reciprocamente come fonte autorevole di informazioni, ad ascoltarsi e confrontarsi non più come rivali o antagonisti ma come complici. Il ruolo del motivazionale diviene più marginale, una sorta di facilitatore dei processi di comunicazione della coppia. E la fase della scoperta di sé attraverso l'altro, un altro che finalmente è riconosciuto come attendibile e collaborativo.
Quarta ed ultima fase: è la fase del distacco che precede la chiusura delle sedute. La delega della competenza e dell'autorevolezza inizialmente accettata, a fini strumentali, dal motivazionale, viene totalmente restituita non più al singolo ma alla coppia come tale. Il percorso ideale qui descritto conduce dunque dalla dipendenza all'autonomia e segue per certi versi lo stesso itinerario che, durante Io sviluppo, porta dall'attaccamento all'esplorazione.
Il motivazionale inizialmente accetta la dipendenza, si pone come base sicura e affidabile non allo scopo di mantenere questa situazione ma, al contrario, per utilizzarla al fine di riattivare l'autonomia e l'esplorazione del singolo e della coppia.
Naturalmente, non in tutti i casi si tratterà di partire dalla prima fase perché molte coppia possono già trovarsi in una situazione più avanzata e in tal caso non è certo necessario indurre una sorta di regressione ad una fase di dipendenza che non è richiesta né necessaria.
ll punto di arrivo è dunque fissato ma il punto di partenza è diverso da caso a caso e così anche il percorso da compiere.
LE REGOLE DELLA RELAZIONE
Avere immediata coscienza del gioco relazionale che i! paziente propone è utile sia per capire qual è il modo consueto di relazionarsi del paziente con l'altro, e quindi anche il suo modo di stare in coppia, sia per prevedere quali saranno le attese nei confronti del motivazionale e quindi i probabili ostacoli che s'incontreranno nelle sedute e nelle mansioni.